FEDERICA PATERA – ANDREA SBRA PEREGO
RAR è un progetto letterario e artistico in costante evoluzione ed è per questa ragione che il nome mette in evidenza il suo strumento fondante, il metodo: un archivio all’interno del quale sono inserite citazioni provenienti da opere letterarie eterogenee. La sua struttura e la sua architettura sono un omaggio al ruolo dell’analogia in letteratura; alla connessione che può esistere tra libri anche in apparenza inconciliabili.
Non si preclude l’accostamento di autori dissimili, come ad esempio Thomas Pynchon e Rick Moody, Roberto Bolaño e Stephen King, J.G. Ballard e J.L. Borges, Will Self e James Ellroy. I testi dialogano tra di loro guidati da parole chiave che di volta in volta rendono visibili nuovi percorsi altresì immaginati. Le metafore portate avanti dall’opera d’origine vengono rotte per aprire un adito tra lettura e scrittura, due azioni intimamente simmetriche.
Il libro preso come concetto e non come oggetto sviluppa forme che ne modificano la fruizione e la percezione di spazio e tempo.
Paesaggio immaginale rappresenta una di queste forme, in cui si legano lettura, scrittura e immagine.
La tripartizione dell’opera rende emblematicamente le analogie.
Procedendo a ritroso, dallo strato più superficiale a quello più profondo, il reticolato sospeso della mappa poggia sulle parole chiave usate per ordinare le strade composte di citazioni, che si fanno eco tra loro. Alludono al viaggio. Al movimento. Alla scrittura, che si stacca dal precedente e centrale momento della lettura, che dall’immagine sottostante ha origine e alla quale fa ritorno. Un ritmo circadiano. Una triade che si muove circolare e sovrapposta.
L’installazione spinge lo spettatore a muoversi e a interagire con essa al fine di comprenderla appieno.